Paesaggi alluvionali. Strategie paesaggistiche contemporanee in tempi di cambiamenti climatici

La convivenza con il rischio di alluvioni è una condizione tuttora comune alla maggior parte delle città europee, dalle valli alpine ai delta costieri. Tuttavia, nel corso di secoli di vaste bonifiche e canalizzazioni che hanno reso le alluvioni meno probabili ma anche più astratte e potenzialmente devastanti, si è verificata un’evoluzione sia della concezione di disastro che dei mezzi per proteggerci. Dopo secoli di timore del diluvio e di accecante Tecnicismo, gli attuali progetti di adattamento aprono una nuova prospettiva che reintegra l’alluvione nella percezione spaziale e nella pianificazione territoriale. Di conseguenza, da dominio tecnico per lungo tempo esclusivo, la gestione delle acque si sta trasformando in una questione territoriale più ampia che coinvolge aspetti culturali, economici ed ecologici, richiedendo risposte interdisciplinari.

Questa ricerca dottorale intende documentare e comprendere l’attuale evoluzione per mezzo di un’indagine che verte su tre aspetti chiave della pianificazione del paesaggio alluvionale:

Il background storico e culturale alla base del nostro rapporto con il rischio di alluvioni e la gestione delle acque

Dalle antiche usanze di adattamento alle attuali strategie orizzontali, dai racconti del diluvio all’ansia per i cambiamenti climatici, dal tecnicismo prometeico alle speranze di ripristino dell’armonia, la storia delle alluvioni riflette un rapporto in perenne mutamento con la natura e l’incertezza che, a sua volta, influenza la nostra capacità di agire e reagire alle sfide poste dalle fluttuazioni ambientali.

Le strategie contemporanee di adattamento spaziale

L’ampliamento dei fiumi, la «rinaturazione» o allagamento controllato stanno sostituendo o affiancando sempre di più le infrastrutture di contenimento tradizionali, aprendo una nuova prospettiva che reintegra l’alluvione nella percezione spaziale e nella pianificazione territoriale, dando però origine anche a nuovi miti che mettono alla prova l’etica degli architetti del paesaggio. Queste nuove prassi dell’architettura dei paesaggi inclini alle alluvioni vengono analizzate attraverso cinque progetti chiave in Svizzera, Germania, Francia e nei Paesi Bassi.

Gli strumenti e i metodi della pianificazione dei paesaggi alluvionali

Una «ricerca per pianificazione» fa seguito a due precedenti studi di pianificazione condotti presso l’ETH di Zurigo dal professor Christophe Girot e Frédéric Rossano ai due estremi della problematica delle alluvioni: lungo il Rodano a Sion (Svizzera) e all’estuario del Reno-Mosa a Dordrecht (Paesi Bassi). Gli strumenti e i metodi vengono sviluppati attraverso dati analitici geografici e scenari in proiezione che coinvolgono la trasformazione paesaggistica, urbana e fluviale in corrispondenza dei due siti, supportati da materiali storici, dati digitali sul terreno e strumenti di calcolo combinati.

L’indagine porterà alla fine a una riflessione concettuale sulla posizione dei pianificatori contemporanei rispetto alla natura e al rischio di alluvioni e svilupperà gli strumenti, i metodi e i concetti propedeutici alle scelte strategiche che dovranno essere fatte per mantenere sicure e allettanti le città svizzere e di altre parti d’Europa attraverso la creazione di paesaggi flessibili e resilienti.

I risultati preliminari sono stati presentati da Frédéric Rossano presso gli istituti federali svizzeri di Zurigo e Losanna e l’Ecole Nationale du Paysage di Marsiglia; recentemente sul Journal of Landscape Architecture è apparso un articolo basato su questa ricerca: From absolute protection to controlled disaster: New perspectives on flood management in times of climate change (JoLA 2015/1).

 

Contatto: Frédéric Rossano
Tesi di dottorato

Relatore: Prof. Christophe Girot
Periodo di svolgimento del progetto: 2012–2015
Progetto finanziato dal Fondo nazionale svizzero per la ricerca scientifica, FNS